mercoledì 11 novembre 2015

TRA CIELO E MARE

Fra cielo e mare c’è un limbo abitato da un gruppo di pescatori che, per non vivere troppo il mare, ha preso a frequentare la terra. 


Ẻ iniziata proprio così l’avventura terrestre di Nevio, Maurizio, Ivan, Lallo, Khaled, in un periodo in cui la vita di mare gli stava mangiando l’esistenza. Era tutta un’alternanza fra battute di pesca e sonni ristoratori. Senza sosta e senza poter godere di altro.
Così hanno deciso di accettare l’invito a mettere a disposizione di alcune grandi feste a scopo benefico la propria abitudine di cucinare per amici pesce appena pescato.
Ẻ nata in questo modo “Tra cielo e mare”, un’associazione a statuto speciale che ha aperto la sue porte a uomini di qualsiasi colore e razza, definiti “fratelli, amici” e in cui vige il principio dell’economia di condivisione.



Questo per volontà di un gruppo di persone peraltro molto diverse fra loro, a partire dal loro credo. Dall’anarchico e carismatico Nevio al profondamente credente Maurizio sono tutti ispirati dal principio di contribuire a far girare l’economia, dove però “chi ha paga per chi ha meno”. Non c’è gratuità nelle loro azioni, che sarebbero infruttuose, ma una fattiva distribuzione di quanto l’associazione produce. A partire dal coinvolgimento lavorativo (retribuito e in regola con le norme) delle serate di chi, a vario titolo, ha bisogno di lavorare… vuoi per pagare l’affitto, vuoi per altre necessità.


Si definiscono zingari, zingari felici. Vivono liberi, non hanno etichette, persino nel vestire, e li anima un profondo rispetto per i propri fratelli, l’umanità tutta. E sulla qualità del cibo non transigono, a partire dal cucinare quello che il mare offre nel modo migliore, come se lo facessero per loro stessi, e scegliendo i più buoni ingredienti e prodotti, senza lesinare.
“Perché dobbiamo far mangiare male gli altri?”, è il monito da cui si fanno guidare per offrire del proprio meglio.



Tutto questo nonostante le diversità enormi fra di loro, al punto che nessuno avrebbe scommesso sulla continuità di questa esperienza.
Eppure sono trascorsi 18 anni e l’associazione cresce ed è molto richiesta nell’organizzazione e animazione di serate, in ogni parte d’Italia.



La partenza culinaria è stata infatti integrata da un buon ventaglio di offerte, a tema mare naturalmente. Nevio ha ripreso con la musica e ha creato un gruppo, insieme a musicisti marchigiani, con cui interpreta, con l’anima, perché è così che lui vive, canzoni di  cantautori che abbiano il mare come protagonista e in più viene proposta animazione per i bambini.
Li ho conosciuti quest’estate e l’approccio è stato sulle note di una canzone di Pierangelo Bertoli - Eppure il vento soffia ancora - più che mai attuale e straordinaria, interpretata da Nevio, durante le prove pomeridiane per la serata, nello splendido scenario del Porto Canale di Cesenatico (la loro terra natale), con il sole che disegnava solo le sagome dei musicisti e dietro il mare, nitido protagonista di quel momento.



Ẻ da lì che ho iniziato a cogliere la particolarità di questi uomini, che il cuore mi ha detto di conoscere meglio. e parlando e parlando con più di uno di loro, sono arrivata al mio dunque, quello che mi squarciato un cielo e ha aperto un varco nel mio sguardo su questa associazione.



“Vedi Simona - mi dice ad un certo punto il profondamente credente Maurizio, il fatto è che nel corso di questi anni io sono diventato più cristiano con (l’anarchico) Nevio”.
Ecco il limbo, mi sono detta, ovvero quel luogo dove tutti ci riconosciamo e rispettiamo, in quanto uomini innanzitutto, e dove, credenti e atei, si riconoscono nel nome di valori comuni, senza etichette e bandiere!
Ora la terra questi uomini, pescatori e armatori e cuochi e animatori insieme, li cerca e tanto, ma loro non possono abbandonare il mare, vera fonte del loro essere veraci e quindi veri!



“Il nostro obiettivo - mi dice Nevio - è l’orizzonte, perché quello non si raggiunge mai!”

Simona Vitali

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