venerdì 31 luglio 2015

GABRIELE MAJO, IL PALLONE NEL PIATTO

Non è solo il cibo che ci nutre ma talvolta sono più le passioni, ciò che coltiviamo con un tale credo da arrivare, in certi frangenti, a farci dimenticare di mangiare o a mettere in secondo piano il pranzo o la cena.


Caro Gabriele Majo, giornalista professionista, come è scritto nel tuo biglietto da visita, inequivocabilmente sportivo aggiungerei, dentro queste prime righe c’è la tua storia.
Ti ho conosciuto 6 anni fa, tramite un’amicizia comune. Cercavo un ufficio stampa tosto per un evento nuovo, particolare, che stavo organizzando in città. Mi hanno indicato te, fresco di fuoriuscita dal Parma calcio, in cui avevi rivestito il ruolo di capo ufficio stampa. Una vicenda da amaro in bocca, dura da accettare per chi come te ci aveva investito tutto, ma che tu portavi via con incredibile dignità. Questo mi ha colpito nel primo approccio: il presentarti leggero, lieve, e l’ascoltarmi attento, incuriosito. Una chiacchierata di due ore, ricche di minuziosi dettagli, e tu a raccogliere tutto. Puntuale. Preciso. Ho percepito subito una grande, inusuale, professionalità che non è stata altro che confermata nel prosieguo.


A parte parentesi come questa, la tua unica invariata intenzione è rimasta da subito l’occuparti a qualche titolo della squadra che amavi, quella di cui conoscevi bene tanti risvolti, e che non intendevi abbandonare per nulla al mondo. Da lì è iniziato un lucido e progressivo processo che ti ha portato a reinventarti nello stesso campo ma in altra veste. Hai deciso di investire il tuo tempo e il tuo pensiero su un allora esile blog già esistente ma da alimentare, che ti è piaciuto per il nome felice: StadioTardini.com e che successivamente, dopo un restyling, hai mutato in StadioTardini.it Lì ti sei detto che avresti potuto mettere nero su bianco la tua cronaca incondizionata, libera da qualsiasi tipo di influsso.


Più presenzialista di chi doveva presenziare a diritto, anticipatore di informazioni vuoi per un proverbiale intuito vuoi per la capacità di interrogare le figure giuste, capace di cavalcare tutte le correnti per riuscire a dare visioni per intero, ci sei stato a vivere sul filo del rasoio in quegli anni, a investire e scommettere in proporzioni maggiori rispetto a quanto portavi a casa. E, se viene il caso, a sentirti  accusare da qualcuno di non essere amico del Parma. Questi attacchi sono stati i più pesanti, i più intollerabili per te.  Portavi via molto meglio gli attacchi personali piuttosto, proprio perché goliardico tu stesso, capace di non prenderti sul serio.


Sinceramente io non ho mai visto tanta ostinazione perpetrarsi per tanto tempo…ore e ore ad inseguire notizie e scrivere con un blog che cresceva e cresceva visibilmente e si ritagliava un suo spazio nel panorama calcistico cittadino, ore e ore a monitorare prevendite di biglietti, a fungere da sportello informazioni e a farsi portavoce delle richieste dei tifosi.


Una postazione fissa come opinionista a Calcio & calcio,  trasmissione sportiva di Teleducato. E via a dare sempre più che a ricevere al prezzo di una vita morigerata. Mi è capitato di sentirti dire “per fortuna negli anni passati non ho fatto una vita dispendiosa”.
Non dico nessuno ma certamente pochi altri avrebbero persistito con tanta tenacia, mantenendo sempre alto il livello di entusiasmo, la curiosità, l’amore per quella squadra che sentivi tanto nelle tue corde. Questo nessuno te lo avrebbe potuto togliere.  E nessuno te l’ha tolto. Eri pronto a continuare ad andare avanti così Gabriele, con il tuo irrinunciabile blog, le tue ospitate. Eri pronto a riprendere anche questa stagione nello stesso modo, tiratissimo, degli ultimi anni.


Dopo le vicissitudini dell’ultimo periodo il Parma calcio è tornato finalmente fra le  braccia della sua città, che ama incondizionatamente la sua squadra e continua a crederci. La ama anche di più. Parlano le meravigliose dimostrazioni d’affetto che tutti, sportivi e non, le tributano. Parla una campagna abbonamenti strepitosa. E’ un magico momento questo, c’è comunione d’intenti. Un’unica grande forza positiva deve agire come un influsso, una sorta di benedizione su una squadra che non esiterà a tirar fuori tutta la grinta per riuscire a salire velocemente i gradini per ritornare in quota. E’ tempo di riscossa, l’orgoglio parmigiano deve farsi sentire tangibile, ben oltre i confini.
Gabriele  proprio a te  toccherà di comunicare, di fare da collante fra la squadra e la città. Lo so, farai anche tu la tua parte con l’umanità e la professionalità che ti hanno sempre contraddistinto.


Bentornato tenace, tenacissimo “giornalista professionista sportivo” nel tuo ruolo di capo ufficio stampa del Parma calcio, la squadra che ami da sempre!

Simona Vitali







martedì 28 luglio 2015

INDOSSARE STORIE DA RACCONTARE

‘Di umana cucina’ si spoglia e diventa in quest’occasione semplicemente ‘Di umana’ perché non posso e non riesco a non parlare, nel mio peregrinare per mercatini creativi, di un piacevolissimo incontro con un paio di orecchini, curati in ogni minimo particolare.


E proprio uno di questi particolari, un piccolo bottoncino legato in un certo modo all'orecchino, mi ha illuminata. Alzando la testa ho esclamato alla ragazza dietro il banco “ma io ti ho già incontrato, tu eri alla festa Multiculturale di Collecchio, in provincia di Parma, lo scorso anno!”. In questo caso invece eravamo a Vernasca,  sulle colline piacentine, molti mesi dopo.
Sono curiosa nel mio scorrere i banchi dei mercatini… passo spedito, sguardo raso banco, massimi sensori attivati e “zac”: quando individuo ciò che mi interessa mi fermo e inizia la contemplazione, l’analisi più approfondita.


Solo a quel punto alzo lo sguardo e faccio domande. Più le risposte mi restituiscono ricerca, senso, contenuti e più quegli oggetti li sento miei.  In questa occasione ho scelto e acquistato cinque pezzi!
Mi piace indossare storie e raccontarle a mia volta. Una vera passione, una bulimia mai curata e che mai curerò, un piacere immenso per me.
D’altra parte si sa, gli accessori vestono, vestono eccome. Connotano in modo inconfondibile la persona, la fanno sentire più unica, più speciale, proprio a partire da quella particolarità  indossata. A volte protagonista su tutto.
Di fatto quella sera è  bastata una conferma della ragazza “sì sono io”, che per tutti i mercatini che frequento è stato come trovare un ago in un pagliaio, perché si  aprisse un mondo sul suo  pensiero e le sue creazioni. 


Lo ha scritto lei stessa, Laura, in una cornice collocata sul banco, presentandosi come biologa creativa che traspone il suo amore per la natura nelle sue opere. Ad ispirarla delicatissime carte di riso che ritraggono elementi  naturali ma anche legni di scarto, sughero e minuteria idraulica e da ferramenta di recupero, attraverso cui da vita a orecchini, collanine, ciondoli, bracciali ognuno dei quali racchiude davvero una storia. Tu osservi ciascun pezzo e quello ti trascina dentro.
Laura può contare su una grande forza, la complicità di suo marito Cristian, idraulico creativo vocato al design.


Mosso dalla stessa concezione del fai da te e del riciclo, realizza lui stesso delle vere e proprie opere d’arte tra lampade da tavolo, orologi e altri oggetti particolari con le più diverse tipologie di tubi e raccordi idraulici. (https://www.facebook.com/TUBIdesignidraulici).


Mi basta scostare lo sguardo a lato del banco per scorrere una sorprendente esposizione di pezzi unici da lui realizzati che mi strappano un sorriso divertito… ma guarda la mente umana cosa può arrivare a elaborare!




Io all'estro nelle sue diverse espressioni non mi abituo mai e mai mi sazierò, è troppo grande questo universo di possibilità.


Che bello scambio, che complicità in questa coppia! Rarissimo trovare una tal comunione d’intenti: quello che inizia a spiegarmi uno l’altro me lo completa. Solari, radiosi, liberi dentro ciò che amano. 


Iperattivi, fra le altre cose, hanno dato vita a un blog www.vivereapiedinudi.com, ricco di spunti creativi per la casa. Troppo onesti per il reale valore delle loro opere, considerando l’originalità e il tempo che impiegano nel realizzarle con minuziosissima cura. La più bella realtà presente al Bascherdeis di Vernasca, che, a dire il vero, non ha mancato di sfoderare altri pezzi da novanta. Ma qui c’era un’anima che palpitava all'unisono. Come dire: una rarità!


Simona Vitali

lunedì 20 luglio 2015

FRANCESCO DALL'ARGINE: IL CORAGGIO DI CAMBIARE

Il cambiamento è una condizione di vita di noi esseri umani. È un irrinunciabile motivo di crescita. Anche volendolo non riusciamo a rimanere vincolati alle stesse situazioni, che magari ci aggradano pure.  Ci sono quindi i cambiamenti obbligati, in cui  veniamo presi per i capelli da mutate condizioni indipendenti da noi; ci sono poi i cambiamenti in cui noi mutiamo delle condizioni per dare una sferzata di nuovo, diverso, alla nostra vita, come il cambio di casa, del posto di lavoro... E in casi più rari ci sono gli eclatanti cambiamenti radicali di vita, quelli in cui con un'apparentemente folle e al contempo lucidissima presa di posizione chiudiamo parentesi sul nostro "qui ed ora" per diventare, da domani, completamente altro. O meglio finalmente altro.
Chiamiamoli atti di coraggio, processi di liberazione. Non sono da tutti. Ci vuole capacità di lettura oltre il dovuto, una tal chiarezza di obiettivo da risultare impermeabile a chiunque cerchi di farti cambiare idea, forza interiore e tanta tanta determinazione. Insomma bisogna essere un po' speciali.

Francesco Dall'Argine, proprietario dell'agriturismo La Macchia Tonda
Qualche anno fa sulla mia strada mi sono imbattuta in un maturo trentasettenne fresco di cambio di direzione e oggi l'ho ritrovato, solido nella scelta, con un viso sereno e solare che diceva tutto il suo star bene nella sua nuova vita.
Francesco Dall'Argine, brillante commercialista nell'avviato studio di famiglia, con la passione per l'apicoltura e la tartuficoltura condivise con il fratello, ha maturato 5 anni  fa di chiudere con i numeri e le carte per dedicarsi completamente a ciò che coltivava solo nel tempo libero.


Ha iniziato così la sua ricerca scientifica di un luogo ideale che potesse consentirgli di esercitare al meglio le attività predilette. Doveva essere un ambiente incontaminato per la purezza del miele che intendeva produrre, ma anche con un terreno idoneo per impiantare tartufaie. Si è ricordato di una poco utilizzata struttura in legno, fatta costuire da un professionista parmigiano nella zona boschiva ai piedi del monte Sporno, che dopo una trattativa è diventata sua.


Qui Francesco ha collocato le sue api, ha impiantato 4 tartufaie e una stazione meteorologica - per studiarne il rapporto produzione tartufi/ meteo- e ha creato un frutteto e un orto. Poi ha iniziato la sua meticolosa selezione dei prodotti naturali del territorio, per poter proporre  una cucina semplice ma gustosa e salutare in quell'oasi di pace, adibita ad agriturismo.


Andare a pranzo o a cena alla "Macchia Tonda" per me equivale a mangiare a casa di mia madre, dove non posso desiderare di meglio. Sto benissimo!  Mi sbalordiscono sempre l'estrema cura, gli accorgimenti a cui ricorre Francesco nel preparare i piatti. Come se lo facesse per se stesso. In questo lo affianca e supporta la mamma Marta, maestra e braccio, presenza amabilissima come il figlio.


Questa afosa domenica di luglio, in cui alla Macchia Tonda si respira grazie ad un'aria amica, ha il sapore, fra le altre cose, di un'indimenticabile crostata di frutta fresca preparata al momento, espressa, con una friabilissima base biscottata farcita di crema e frutta poco prima di essere servita in tavola. Che colpo da maestro!


Cosa penso di Francesco?  Lui e chi come lui sono le persone che cambiano un po' il mondo perché, creando le migliori condizioni per star bene loro stessi, si mettono nelle condizioni per far star bene gli altri, infondendo uno stato di serenità sempre più introvabile ma vitale come l'aria che si respira!

Simona Vitali



La Macchia Tonda
Via delle Macchie, 4
Località Vallerano, Calestano (PR)
Tel. 0525 57240

sabato 11 luglio 2015

IL BUONGUSTO DI DONNA ISA

Sono anni che guardo a questa donna raffinata, eclettica e mai banale in ogni sua espressione. Fin da bimba già qualcosa di lei mi attraeva. Era una portatrice di novità. E si sa, con quelle i bambini ci vanno a nozze! Crescendo è diventata per me un’irresistibile fonte di ispirazione, un’attesa, un natale perché sempre, sempre! ha saputo stupirmi. È difficile riuscire a sviscerare il per cosa, quando una persona, nel suo intero è ricchezza, colore, vita! Certamente riesco a individuare nel  suo esprimersi ricorrente buon gusto, una sorta di stile “al naturale”, non artefatto e per questo amabilissimo. Tornando a ritroso con la memoria alla mia infanzia ricordo che da lei non sono arrivati pane e nutella, bambolotti e i più ovvi regali per quell’età ma stimoli, adeguati stimoli, a far uscire in me una piccola donnina con invitanti pensieri stile “Le piccole donne crescono”. Nel tempo ho apprezzato la sua cura dei particolari, gli allestimenti in casa e  le splendide, curatissime apparecchiate a tema in occasione delle festività, il suo regalarmi un’estrosa confezione di fiori o semplicemente qualche contenitore particolare e suggerimenti per fare mie creazioni. L’amore per la cucina, la mano felice nel realizzare piatti dolci e salati stuzzicanti, la sua ispirazione a “La cucina italiana” e l’educarmi a prendere spunti da lì. Quanto ho raccolto e assaporato per tua mano, Donna Isa!

Donna Isa (foto di Marco Ghillani)
Ora permettimi, CARA ZIA, di scandire a voce alta la mia ammirazione profonda per la donna che sei, che hai saputo essere, per quella fragrante scia di profumo che ha il nome di femminilità, che hai diffuso con grazia intorno a te. Per l’intelligenza che ti ha sempre fatto volare più in alto. Per l’originalità che ti ha contraddistinto come cifra stilistica. Per le amabili attenzioni con cui hai nutrito tutti noi, indimenticabili squisiti gesti vivissimi nella nostra memoria. Tu ci sei sempre stata e lo hai fatto nei modi e nei tempi più giusti. Modi e tempi opportuni… non hanno ancora inventato una scuola a questo proposito e nemmeno prenderà vita. Quelli sono interiori, connaturati nella persona, fin dalla nascita.
Che dire a una donna come te? Un bel sole fa capolino in un cielo terso, azzurrissimo, senza nuvole, in questa giornata che è tua! Ecco il messaggio per te che proprio oggi compi gli anni!
Auguri, Donna Isa! Molti auguri  di BUON COMPLEANNO! Voglio che ti conoscano in tanti!

Simona Vitali

giovedì 9 luglio 2015

RENATO BRANCALEONI, (R)AFFINATO AFFINATORE DI FORMAGGI

“Ci troviamo davanti alla chiesa”. Questo il riferimento che mi guida mentalmente mentre mi addentro nell’entroterra riminese, rapita da vallate verdissime e così ben articolate da sembrare un’architettura.


Di paese in paese arrivo finalmente a Roncofreddo , un vero e proprio terrazzo a 360°, ogni angolo un occhio su una fetta di terra diversa. Che non sia arrivata nel cuore del mondo?
Ligia all'indicazione ricevuta mi porto verso la chiesa e lì trovo ad aspettarmi Renato, il Maestro affinatore di formaggi Renato Brancaleoni. Mi accoglie sorridente regalandomi una prima battuta:"vedi, la chiesa non ha sempre e solo rappresentato un riferimento per la comunità cristiana ma anche un luogo di ritrovo sicuro. Visto che ci siamo trovati subito dandoci appuntamento qui?!".
I miei sensori hanno già recepito che da qui alle prossime ore avrò cose interessanti da ascoltare.  Da come ha attaccato, Renato ha l’aria di essere un personaggio tutt’altro che scontato.


Mentre ci portiamo verso il suo gioiello, la Fossa dell’Abbondanza, mi fa notare che il panorama spazia da Cesenatico fino a Rimini, sull'intera riviera romagnola. In questi frangenti il respiro si fa profondo, come denso di stupore, mentre il  pensiero corre più lontano dello sguardo.
Ecco, ci siamo, ce lo indica una targa in ceramica affissa accanto a un portone. 


Mi prende un religioso silenzio, la Fossa dell’Abbondanza che sto per vedere, una sorta di pozzo profondo 4 o 5 metri, è cosa viva. Così la trattano Renato e la figlia Anna, mente e palato eccelso quanto lui. 



Lì stagionano formaggi così speciali da avergli fatto meritare altissimi riconoscimenti, anche a livello internazionale. E questo con un grande, grandissimo rispetto per quella fossa che “fanno lavorare” per un solo ciclo all’anno, da agosto fino a novembre, senza stressarla a oltranza, per consentirle di ripristinare la flora batterica. In questo sono atipici, non si fanno prendere dalla foga di una più abbondante produzione. Grande forza, soprattutto a fronte di una crescente richiesta del formaggio di fossa anche al di fuori dei confini.


Ora la fossa è a riposo, in vista del prossimo ciclo di lavoro. Ad agosto si ripeterà il rito, sempre uguale a se stesso, dell’impagliatura: le pareti verranno rivestite da un intreccio di canne su cui collocare uno strato di paglia per isolare la roccia. Vi verranno calati i formaggi inguainati in sacchetti di tela e poi il coperchio a chiusura. Rigorosamente sigillato.  La magia avverrà in assenza totale di ossigeno. E quando a novembre si solleverà quel coperchio beh… qui vedo occhi e mani elevarsi al cielo, come di estasi al solo pensiero!



Renato mi descrive questa sequenza che avrà raccontato mille volte, lui personaggio discreto ma ricercatissimo e tenuto in gran conto nell’ambiente. 
Lo fa con una carica   passionaria sempreverde, tipica di chi crede molto nel suo lavoro. E ama. E l’amore si sa, è creativo. Renato sperimenta, crea qualche formaggio ogni anno ma poi ne occorrono almeno da due a quattro anni per il perfezionamento. È un processo lento e impegnativo, ma si perpetra inesorabile, per poter arrivare all’eccellenza.



Ad ispirare lui e Anna c’è la natura, con la ricchezza di tutto quel ben di Dio che produce, che all’occorrenza conferisce sapori e profumi ai formaggi.
Ora è la volta delle foglie di castagno, rigorosamente raccolte all’alba, e accatastate in un angolo del locale perché possano adeguatamente essiccare nel volgere di pochi giorni.



Ma vengono utilizzate anche foglie di quercia, fiori di acacia, fiori di ginestra, frutti di bosco, cera d’api. E che dire della polpa di fragola o ananas per addolcire i caratteri di una componente animale troppo marcata… 



Renato sostiene con molta convinzione che tutti i formaggi si apprestano in maniera indifferente ad avere risultati eccezionali. Il suo lavoro è anche quello di ricerca continua del nuovo. Mi fa assaggiare una pasta filata di pecora (solitamente è vaccina) prodotta da un giovane abruzzese, che non esita a definire un capolavoro.


Che dire del gusto e dell’olfatto di quest’uomo? L’imprinting è partito quando era bimbetto, l’età in cui ciò che acquisiamo si fissa per sempre e diventa parte integrante di noi. Ricorda ancora, Renato, come per poter ottenere il benestare dal papà a fare un giro in Vespa dovesse prima fare la sua parte nell’affinamento dei formaggi. Sempre nella cultura del gusto e dei profumi ha cresciuto dapprima la figlia Anna, il cui palato e olfatto sono oggi riconosciuti come straordinari, e ora anche la nipotina che “prima di mettersi in bocca l’acqua ne sente il profumo”.


La disarmante semplicità nasconde un personaggio di grosso calibro; affinatore di fama internazionale, docente ad Alma scuola di alta cucina, direttore di Alma Caseus, primo e unico concorso dedicato al patrimonio caseario italiano. 



Con persone come lui il bello non è quello che è stato ma quello che deve ancora venire. Ora c'è un evento di grandissimo spessore nella sua testa e poi un micro mondo che sta costruendo quasi con le sue mani e che diventerà il “Salotto del formaggio”, luogo di cultura e sperimentazione a oltranza, ribattezzato come “salotto dell’infinito”. 



Ho avuto la gioia di visitarlo in questa fase in cui sta prendendo forma: è come se lo avessi visto terminato. Anche qui Renato ha parlato con dovizia di particolari. Da parte mia grande entusiasmo e rispetto. Non parlerò io per prima di quella creatura, unica nel suo genere. Lo farà il maestro quando avvertirà che il tempo sarà maturo, come per i suoi formaggi per i quali sa capire quando è il momento giusto.

Simona Vitali


La Fossa dell’Abbondanza
Piazza Allende, 13
Roncofreddo (FC)
Tel. 0541 499200
www.fossaellabbondanza.com