Era nell'aria,
si percepiva già da tempo. Il tam tam dei social, i passaparola, hanno lanciato
nell'ultimo mese un segnale inequivocabile. E in questi giorni si è fatto più
tangibile. Sì, l'entusiasmo in certi frangenti diventa materia, lo tocchi con
mano. Ti muove dentro come un fermento. Una smania.
E al nastro
di partenza si trasforma in atmosfera, brezza che avvolge e trascina.
"Centomani
di questa terra", la festa voluta dai cuochi e dai produttori di CheftoChef emiliaromagnacuochi e
ospitata nella suggestiva Antica Corte Pallavicina (Polesine Parmense), è
giunta quest'anno alla sua espressione migliore. Un'apoteosi, tra spessore
delle iniziative e partecipazione di pubblico. Da lasciare a tratti basiti.
Lo ha espresso
bene lo chef Chicco Cerea, che di eventi ne realizza e ne vive tanti, ospite e
relatore a Centomani" ho nel cuore e negli occhi l'atmosfera di quando
sono arrivato stamattina, posso solo immaginare l'impegno della famiglia
Spigaroli, perché questo evento è qualcosa di speciale davvero".
Al termine
di una giornata infinita, nel ripensare a questa grande festa, perché così è
stata concepita, mi sono chiesta cosa abbia portato a un tale successo. Certamente
diversi contributi.
A partire
dall'ospitalità dei fratelli Spigaroli, che hanno messo a disposizione l'intera
struttura interna ed esterna della Corte. Ogni spazio era accessibile a tutti,
si poteva transitare e sostare in ogni dove, tra l'argine del Po, il
ristorante, la corte interna, la magica cantina dei culatelli, il porticato.
Tutta la brigata di cucina era attiva, a
supporto delle diverse postazioni adibite a show cooking.
E poi
un'associazione, CheftoChef, compatta, unita negli intenti, che ha saputo prima
mettere a punto un nutrito programma non dimentico dei produttori, l'anima
della cucina, e poi un ciclo ininterrotto di convegni con un parterre di oltre
50 autorevolissimi ospiti, tra cui Paul Bartolotta, Antonio Santini, Gennaro
Esposito, Iginio Massari, Chicco Cerea, Giovanni Ballarini, Davide Oldani,
l'assessore all’agricoltura della regione Simona Caselli, da non credere che
fossero riuniti tutti insieme. E non ultima un'alternanza di show cooking che
hanno visto susseguirsi, ininterrottamente per tutto il giorno, i 50 chef
emiliano-romagnoli.
Ha fatto la
sua parte anche il pubblico che è
arrivato credendo in questa festa. Con la voglia di far festa.
La coralità,
la moltiplicazione dei singoli entusiasmi, è capace di effetti sopra le
aspettative.
Oggi è
andata in scena una regione, l'Emilia Romagna, molto vasta e con un'elevata
diversità di prodotto, da Piacenza fino a Rimini. La sfida era quella di
rappresentarla adeguatamente. L'impostazione dell'evento ha dato ampiamente misura di un approccio
cosciente degli chef ai prodotti: lo studio, la ricerca in loco, restituisce
loro il polso del territorio.
Può quindi
un gruppo di chef, e non un'altra categoria, pensare di mettere in filiera il
proprio territorio rivestendo, come direbbe qualcuno, un ruolo politico (nell'accezione buona, di bene
comune) e culturale, con un progetto strepitoso che intende arrivare ad Expo
solcando le vie d'acqua, di terra e dell'appennino, con tappe ed eventi lungo
il percorso?
Secondo il
Maestro Iginio Massari Expo è di tutti quelli che se lo vogliono prendere. Avanti tutta quindi, Cheftochef pare avere un
buon nervo e il territorio ci crede!
Simona Vitali
Foto di Ivano Zinelli
Foto di Ivano Zinelli
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