La Romagna mi ha riservato una bella sorpresa. Russi in
particolare, un vivace e attivo comune della provincia di Ravenna, mi ha fatto
scoprire la sua specialità: il Bél e còt,
‘parente nobile’ del più conosciuto cotechino.
Il Bél e còt burger dello chef Daniele Baruzzi |
Ho addentato con gusto il Bél e còt burger, sfiziosissima
idea dello chef Daniele Baruzzi dell’Insolito Ristorante, una perla di locale che a Russi non ti aspetti; un
apetizer, preludio ad un menu tematico ideato dallo chef in occasione
dell’annuale Festa Mercato dei salumi cotti.
Che buono, che buono il Bél e còt burger!
Mi ha appassionato sentire narrare la storia di questo, a me sconosciuto, insaccato ad opera di Emilio Antonellini, delegato onorario della sezione ravennate dell’Accademia Italiana della Cucina e co-fautore del disciplinare del Bél e còt. In lui ho carpito l'orgoglio di chi è riuscito finalmente a far mettere nero su bianco l'unicità di questo salume.
Il Bél e còt nasce da un'antica tradizione dei macellai russiani e viene prodotto con una selezione di muscoli di maiale e cotenna di pancia. La tradizione vuole una lunga e sapiente cottura (dalle tre alle quattro ore) in enormi paioli, al fine di esaltarne l’inciac (la percepibile collosità).Che buono, che buono il Bél e còt burger!
Mi ha appassionato sentire narrare la storia di questo, a me sconosciuto, insaccato ad opera di Emilio Antonellini, delegato onorario della sezione ravennate dell’Accademia Italiana della Cucina e co-fautore del disciplinare del Bél e còt. In lui ho carpito l'orgoglio di chi è riuscito finalmente a far mettere nero su bianco l'unicità di questo salume.
Il Bél e còt nasce da un'antica tradizione dei macellai russiani e viene prodotto con una selezione di muscoli di maiale e cotenna di pancia. La tradizione vuole una lunga e sapiente cottura (dalle tre alle quattro ore) in enormi paioli, al fine di esaltarne l’inciac (la percepibile collosità).Che buono, che buono il Bél e còt burger!
Lo si celebra particolarmente in occasione
della Fîra d'i sett dulür (Fiera dei
sette dolori), dove viene venduto già cotto (da qui il nome di il Bél e còt).
È proprio vero che ogni campanile d’Italia riserva
qualche inaspettata sorpresa gastronomica, come in questo caso, in cui da un
insaccato emergono tradizione e modernità di un intero territorio.
Simona Vitali
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